Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA

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Zanazzo, Giggi 50 occorrenze

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Uno fa da capitano, da sergente o da caporale, e gli altri giocatori fanno da soldati tenendo in mano invece del fucile una canna, un manico di scopa

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Doppo che avebbe ammazzato su’ fratello Abbele, er Signore pe’ ggastigallo, lo condannò a ppartì’ in sur subbito p’er monno de la Luna, e a restacce

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Li lupi o le lupe che siino, se ponno, in un giorno, divorà’, abbasta che lo vonno, puro un branco de pecore, in uno o in dua de loro. ’Sto gran da

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Questo giuoco si fa bendando una persona, la quale deve, in quello stato, avanzarsi verso il posto dove prima le si era mostrata in terra una

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Latterano je domanna co’ quer su’ vócióne: — Con ché? con ché? con ché?". E la campanella de Santa Croce in Gerusalemme dice che j’arispónne: — Co’ le

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Andavano attorno con la loro merce infilata in un bastone o in un canestro, e gridavano: — Di Lucca le ciambelle! El ciambellaro!

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Li svejatori eran coloro che esercitavano l’ufficio di correre a svegliare i viaggiatori, nei beati tempi in cui si viaggiava in diligenza.

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, entraveno sciôrte drento Roma, e cce faceveno succede er finimonno. Va bbè’ cche cc’ereno li bbùtteri a ccavallo che le metteveno in riga; ma la ggente ar

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Divertimento ginnastico che i ragazzi fanno innanzi le bande musicali allorchè sono in marcia, allargando le braccia in croce e piegando di slancio

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Lo si vedeva in giro, e ci va tutt’ora, sebbene raramente, in primavera, e nelle prime ore della notte: — Ova toste, ova, ohé!

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Si agguantate una strega cor sorcio in bocca o ppe’ ccapisse mejo, sur fatto, e l’agguantate pe’ li capelli, lei ve strillerà: — Che ttienghi in mano

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accresimate porteno furtuna. A Roma, quanno una porta a ccresimà’ quarche fijo, doppo la funzione in chiesa, se monta in landòné a du’ cavalli, e ccor

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: Amen. Aspèrgese: Aspèrges. Buccolica: Da bocca. Capomunni: Caput mundi. Crielèisònne: Kyrie eleison. Culibusmunni: Culibus mundi: in capo al mondo

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in un fónno de letto. Pe’ nun fa’ spellà’ la schina a quelli poveri ammalati incurabbili condannati a sta’ in d’un fónno de’ letto e ssempre in d’una

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Ortre a la Madonna, la viggija de l’Ascensione, scegne da su in cèlo puro nostro Signore Gesucristo, per annà’ in giro a bbenedì’ tutte le campagne e

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Come adesso se salisce in ginocchione la Scala Santa, anticamente ce se saliva puro la scala de la cchiesa de li santi Micchele e Mmagno, che sta in

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Dal giorno dell’Ascensione in poi questo venditore, quasi sempre un contadino marchigiano, va la mattina, vendendo la gioncata che tiene in un

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È un giuoco identico al precedente. La differenza sta solo in questo, che cioè il mucchio di soldi invece di porlo in terra si pone in bilico sul

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"Più che un giuoco è una penitenza, e più che dai ragazzi si fa dagli adulti. I giocatori si dispongono in circolo, e in mezzo a loro si mette a

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ccasa un trionfino in rigalo. ’Sti trionfi consisteveno in certi canestri fatti a ttrionfi, una specie come li canestri de fiori, ma invece pieni d’ôva

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Durante la baldoria che si usa fare in piazza di San Giovanni in Laterano, e strade adiacenti: — La spighetta! — Er garofoletto! — Li capi-d’ajo

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E’ lletto, in cammera, nun se deve mai mette’ in d’una posizzione che li piedi de chi sta a lletto guardino la porta; si nnó pô èsse’ che in quela

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I ragazzi mettono un asse in bilico su di una trave o altro corpo elevato, e si siedono alle due estremità; cosicchè quando l’uno va in terra, l

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Si può fare a Pallina in due, tre, quattro, cinque, ecc. Si fa prima una bucia in terra, e a una certa distanza un segno o limite, in cui devono

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arzà’ un tantinello la vesta, e sse deve mette a ccavallo a la tavola indove stà er malato, e ddritta in piede i’ mmodo che ppossi camminà’ in in su e

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Pe’ ffa’ ppassà’ er pallóne a le craturélle in fasciola, la prima cosa è dde metteje subbito er cintarèllo o un sospensorio. In der medemo tempo però

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Pijate un po’ dde bbambace ognétela d’ojo de mmànnola dorce, mettétevela in de l’orecchia e er dolore ve passerà. Oppuramente pijate un po’ dde

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Quanno, regazze mie, state in collera cor fritto, ecco com’avete da fa’ ppe’ rifacce pace. Ammalappena se fa nnotte, metteteve in finestra; e a la

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I giocatori, fatta la conta, la quale deve indicare il primo di loro che frulla, ossia che lancia le monete, si dispongono in circolo e ciascuno

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Parecchi fanciulli e fanciulle siedono sopra un banco, avvicinando palma a palma e tenendo queste serrate in mezzo alle gambe. La mamma ha in mano

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Aspettate che arivi er giorno de la festa de San Giuvanni. Arivato quer giorno, voi a mmezzoggiorno in punto, pijate un pezzo de piommo, squajatelo

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Il giuoco delle Bócce, essendo comunissimo perchè conosciuto in tutte le provincie d’Italia, non occorre che io qui lo riporti. Non so nemmeno se il

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In de le piazze e in de ll’antri siti, indove ce capitàveno li bburini e li villani (ccome adesso a Ccampo-de-Fiori e a li Gipponari) c’ereno un

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la testa tra le sue gambe, in modo di non poter nulla vedere; tutti gli altri vanno a nascondersi. La mamma allora intona la canzoncina: "Lèna, mia

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Se faceva anticamente, e sse fa ppuro adesso. Consiste in de l’annà’ a vvisità le sette Bbasiliche, per acquistà’ l’indurgenza. Se ne ponno visità

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Vendeva nelle prime ore della mattina, e vende tuttora, carne di carogna per i gatti. Egli non ha bisogno di gridare. Ad un suo sibilo (che in Roma

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Anticamente pe’ llibberasse casa da li bbagarozzi, da li sorci, da le tarle, da le cimicie, ecc. ecc., se chiamava er prete che in cotta e in stôla

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Roma aùseno d’annacce la prima domenica de maggio, in carozza o ssu li carretti, a facce una scampagnata. Prima se va a vvisità’ la cchiesola, doppo

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’ ffamija, saliveno la scalinata de San Pietro in ginocchione, tienenno in de le mano una cannéla accesa.

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’allagava tutta. Che bber divertimento! La mmatina ce s’annava in carozza, o in carettella. Io m’aricordo d’essece ito co’ mmì’ padre a sguazzà’ in de ll

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Ecco in che mmodo er Belli, in d’un su’ sonetto majuscolo spiega come ar monno succede er taramoto. Dice che in fonno in fonno a la terra c’ è una

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Si fa da due o anche tre fanciulli, avvolgendosi in sulle mani del filo e l’un dall’altro ripigliandolo in varie figure, come per esempio: la cùnnola

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Quanno una persona da granne cià er vizzio in atto de rabbia de strappà’ la prima cosa che je capita i’ mmano, è ssegno che quann’è nnata, è stata

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via lattea) che quanno è ssereno, la notte, se vede in cielo in arto in arto. Dice che la Santa Casa s’arègge per aria da sé. Ma gnisuno se pô annà

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Bevete sette sórsi d’acqua senza mai aripijà’ ffiato; e a ’gni sórso dite a l’imprescia a l’imprescia: "Singózzo, singózzo Vattene in der pózzo In

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Al rimedio n.\Cap\ 4, La cura de d’occhi aggiungere: "Pe’ gguarì’ qualunque male a ll’occhi, fa ppuro bbene a sciacquàsseli in de la tinozza indove

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Giuoco che si fa anche da adulti. In mezzo si mette una sedia in meno delle persone che giocano. Per esempio, venti giocatori e diciannove sedie. Poi

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De Maggio e dde Settembre nun se sposa mai; perchè ’sti du’ mesi so’ cchiamati li mesi de le Croce. Infatti in tutt’e ddua ce capita una festa a la

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In tempo de vendembia, in de le vigne de Roma e ppuro in quelle de li Castelli nostrali, ortre a ffasse un sacco de risate e dd’allegrie, s’ausa de

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Se chiamava accusì un ber palazzo cor un ber giardino, cor commido de potè’ ffa’ li bbagni a ffiume, che Donna Olimpia Panfili ciaveva in Trestevere

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